Dobbiamo precisare che quanto qui di seguito riportato è, molto spesso, basato su ricordi di famiglia e di quanti lo conobbero e che, condividendone la passione, gli furono molto vicini.
1894• Nasce a Pasiano di Pordenone, il 20 giugno 1894.
Primo di nove figli, di cui sei maschi, ereditò certamente dal padre la passione per la meccanica, che non abbandonò mai
per tutta la vita.
Sono anni in cui emerge in modo prepotente l’automobilismo: il sogno del giovane Fioravante! ma non solo; fu il sogno anche di altri quattro dei
suoi fratelli che, chi in un ramo e chi in un altro, svolsero la loro attività nel mondo dell’automobile.
Fioravante inizia molto presto a lavorare, ma l’ambiente paesano comincia ben presto ad andargli troppo stretto e, benché giovanisssimo, decide
di partire da solo, per Torino, la città che in quel tempo era considerata la capitale dell’industria italiana.
1910-11• Prime attività
Per un breve periodo lavora presso la fabbrica di automobili AQUILA ITALIANA
1911-1914• SCAT / FIAT
Approda, quindi, alla S.C.A.T. (Società CEIRANO - Automobili Torino) (vedi sotto) L'esperienza all'interno di questa fabbrica sarà assai fruttuosa e determinante.
Viene assegnato infatti al reparto corse. Oltre al lavoro in officina ha la preziosa opportunità
di seguire e assistere i piloti nelle trasferte.
Questo gli permetterà di approfondire le sue conoscenze, mettere in luce il suo talento, consolidare le sue capacità di meccanico
e senz’altro incoraggerà la sua innata passione per l’automobilismo sportivo, che in futuro lo avrebbe visto non solo come preparatore,
ma anche come pilota: il fascino delle corse...
La SCAT (Società Ceirano Automobili Torino) fu creata nel 1906 da Giovanni Battista Ceirano, uno dei pionieri dell'industria automobilistica italiana. .
La SCAT non si limitò alla produzione di vetture da turismo tant'è che si impose nelle edizioni della Targa Florio del 1911,1912 e 1914.
Un brevetto della SCAT fu la messa in moto automatica ad aria compressa, antesignana della futura accensione elettrica utilizzata per la prima volta dalla Cadillac nel 1912.
Il valore di questa marca lo sapeva bene anche il grande Tazio Nuvolari che fu in quegli anni rappresentante esclusivo della SCAT per il Veneto.
14 Maggio 1911 Ernesto Ceirano con una SCAT 22/32 HP una 4 cilindri di 4398 cc vince la VI edizione della Targa Florio (percorso giro di Sicilia)
25 26 maggio 1912 _ Ancora una S.C.A.T. 25/35 HP con al volante Cyril SNYPE vince la VII edizione della TARGA FLORIO. Il pilota Inglese percorre i 1050 chilometri del circuito nel tempo di 23 h 37’ 19’’ alla media di 44,449 km/h
24 25 maggio 1914 Ernesto CEIRANO, a bordo di una sua vettura, vince ancora una volta la TARGA FLORIO.
1912• ...il pezzo di carta
Fioravante, giovane non ancora ventenne consegue la patente di guida
1914-15 -Fiat• La FIAT
E' assunto alla FIAT e destinato, nonostante la sua giovane età, alla sala prova motori.
Gli eventi fecero sì che anche questa occupazione durasse poco: doveva, purtroppo, adempiere all’obbligo del servizio militare di leva,
durante il quale lo sorprese lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
1915-18 • LA GRANDE GUERRA !
Date le sue abilità, fu assegnato al ruolo di motociclista agli ordini del comandante di compagnia (porta-ordini, messaggi, etc.), distinguendosi anche qui per le sue capacità
Un episodio risalente a questo periodo della vita di Fioravante Zanussi, raccontato al figlio Ezio, ci aiuta ad entrare un po’ nell’intimo del nostro personaggio
per capirne il carattere e, nel contempo, avere contezza di quanto grande fosse la sua passione per il motorismo e insaziabile il suo desiderio di
fare sempre nuove esperienze nel campo.
Durante il primo conflitto mondiale, l’aeronautica militare andava assumendo sempre più importanza nelle operazioni belliche e, quindi, si faceva sempre più
impellente la necessità di disporre di personale tecnico in grado di mantenere in efficienza i velivoli. Ciò indusse l’Autorità Militare ad effettuare, nell’ambito
delle Forze Armate, una ricerca di personale, anche volontario, in grado di svolgere tali mansioni e disposto, se necessario, anche a cambiare arma.
L’opportunità non sfuggì naturalmente a Zanussi che si fece subito avanti, ma la sua richiesta ricevette un netto rifiuto da parte del comandante di compagnia,
che non intendeva assolutamente privarsi di un valido subalterno. La sua delusione fu grande, tenendo anche presente che in quella zona di guerra partecipava
alle operazioni il Maggiore Francesco Baracca ! La cosa non sarebbe finita lì!
Quando poco dopo gli venne concessa una promozione, quasi per ripicca, la rifiutò. A lui, in quel momento, interessavano gli aeroplani e non i gradi!
Tale rifiuto gli costò una punizione, ma egli non recedette dalla sua decisione, scontò la pena e rimase soldato semplice!
A parere del figlio, che ha ben conosciuto il carattere del padre Fioravante, non ci si potrebbe certamente meravigliare se le cose fossero effettivamente andate cosi,
e dello stesso avviso fosse anche chi ebbe l’occasione di conoscerlo a quei tempi.
1919• Inizia attività in proprio
Congedato, alla fine della guerra, le cose vollero che nel 1919 aprisse un'officina a Treviso, e qui mettesse su anche famiglia.
Iniziò così, alternando all'attività di
riparazione e manutenzione di autovetture e motociclette
destinate agli usi quotidiani, quella di elaborazione e preparazione di autovetture e motociclette per quanti volevano partecipare a competizioni “sportive“.
Per lui valeva il principio che la cura e l’attenzione poste nell’ esecuzione di lavori su veicoli normali, dovevano essere uguali a quelle poste nell’elaborazione
di una vettura o una motocicletta sportiva, senza alcuna distinzione fra marche e tipo di veicoli, o di censo dei committenti..
Era anche per questo molto apprezzato perché accettava qualsiasi lavoro, dal più semplice al più impegnativo, e perché non c’era marca o tipo
di automobile sulla quale rifiutasse di cimentarsi, non fosse altro per il suo inesauribile desiderio di apprendere tecniche nuove e approfondire sempre più le proprie conoscenze.
Cominciò così a farsi conoscere ed apprezzare, non solo a Treviso, , ma anche nelle vicinanze e, un po’ alla volta, sempre più lontano.
Partecipò a numerose gare come pilota sia di auto che di moto,
senza peraltro conseguire risultati particolarmente brillanti! Giustificabile: le particolari attenzioni e il maggior impegno dovevano
essere sempre riservate ai veicoli o alle moto dei clienti; poi, se rimaneva tempo, si dedicava al mezzo con il quale doveva egli stesso
cimentarsi, e la cosa si ripeterà regolarmente durante tutta la sua attività.
Nei primi tempi, la partecipazione agonistica era rivolta più al settore motociclistico, anche se questo fu causa di molte ansie e dolori per la famiglia.
1924• motociclette e prototipi...
Costruì una motocicletta di 100 cc. di cilindrata munita di compressore con la quale partecipò al Giro del Piave
e ad altre gare locali. Sempre nello stesso anno prese parte alla Vittorio Veneto-Cansiglio al volante di una vettura O.M.
Qualche anno dopo, improvvisamente, decise di abbandonare totalmente il settore motociclistico. Non si è mai saputo
il motivo, che lo spinse a staccarsi così drasticamente dal mondo delledue ruote, ma deve essere stato molto importante.
Forse diventava troppo impegnativo e faticoso seguire in modo serio e accurato i due settori, auto e moto. Ma, più probabilmente,
a determinare la sua decisione furono i numerosi incidenti occorsigli durante le competizioni, e relative conseguenze.
Infatti, da quel momento nella sua famiglia non entrò mai più un veicolo a motore su 2 ruote, nemmeno un Cucciolo oppure una Vespa o una Lambretta.
1928• Prova KM lanciato
Prese parte, fuori gara, a Brescia ad una prova sul Km/ lanciato a bordo di una Alfa Romeo RL da lui modificata, segnando un tempo inferiore a quello del vincitore.
1930• Trieste-Opicina
Il 15 giugno 1930 alla corsa in salita Trieste-Opicina, Tazio Nuvolari arriva 1° e stabilisce la media record di oltre 100 Km/h.,
media che per molti anni rimase imbattuta.
In quella stessa gara Zanussi partecipa a bordo di una DERBY Special di 1000 cc. classificandosi 2° di cat.
1936/37• Mal d'Africa?
Era appena terminata la guerra in Africa Orientale e il governo incentivava con particolari facilitazioni e trattamenti coloro che
intendevano intraprendere un’attività nei territori dell’ impero, e cioè in Eritrea e Somalia, già possedimenti italiani, ed ora anche in Etiopia.
Anche Fioravante decise di trasferirsi in terra d’Africa,
all’Asmara precisamente, aprendo in proprio un’officina specializzata nella riparazione e manutenzione delle pompe d’iniezione per motori a ciclo Diesel,
soprattutto su autocarri. Una decisione presa probabilmente per la forte insistenza, di due suoi fratelli, Bernardo e Dionisio, già presenti nella colonia
italiana con un’officina.
Ma questa esperienza si rivelò brevissima, sei mesi circa, e culminò con un precipitoso
rientro in patria a causa di una pericolosa intossicazione da vapori di gasolio; ciò lo costrinse all’inattività per qualche tempo.
Fortunatamente l’ostacolo fu felicemente superato: riaprì una nuova officina, sempre a Treviso, riprese la sua attività, e con successo, come vedremo in seguito.
I due fratelli di Fioravante, rimasero in Africa a continuare la loro attività, salvo brevissimi rientri in
Italia per motivi di carattere puramente familiare. Più tardi li raggiunse anche un altro fratello, Francesco, come sottufficiale dell’Esercito Italiano in forza,
naturalmente, all’Autocentro.
Qui li sorprese lo scoppio della seconda guerra mondiale. Non essendo riusciti a rientrare in patria prima della sconfitta di Amba Alagi, furono internati
e vi rimasero fino alla fine del conflitto.
Uno solo decise di rimanere in Africa, Bernardo, che, dopo essersi ricongiunto con la famiglia fatta venire dall’Italia,
riprese la sua attività. Anche lui, come il fratello maggiore, si dedicò alla preparazione di vetture sportive, seppure con esiti meno brillanti, partecipando a varie competizioni
A testimonianza di quanto riportato, le foto qui sotto pubblicate.
1938• Prepara vettura di Alberto Comirato
Quest’anno rappresenta un momento molto importante per la sua attività, e per quella sportiva in particolare: è l'anno, cioè, della preparazione della vettura FIAT 1100 Sport con la quale Alberto Comirato vince il Campionato Italiano di categoria.
1939• Prima vettura da corsa?
Ma i tempi stavano cambiando, l'orizzonte cominciava a rannuvolarsi e soffiavano sempre più forti venti di guerra.
Il 2° conflitto mondiale era alle porte !
Poco prima dello scoppio della guerra, Zanussi riesce portare termine un progetto che già da tempo stava cullando.
Questa volta non si trattava di un'elaborazione
o modifica particolare, bensì di una vettura sportiva completa.
Il telaio e il motore erano FIAT 1100, (508 C), naturalmente modificati: la carrozzeria nuova
in alluminio era sullo stile delle vetture sportive di quegli anni, cioè a “ruote libere“, e la cosa più
interessante stava nel fatto che Zanussi volle che fosse realizzata completamente all’interno dell'officina stessa.
Lo scoppio del 2° conflitto mondiale fece sì che il fatto passasse purtroppo inosservato.
1940• La seconda Guerra Mondiale
Possiamo immaginare quali difficoltà incontrò Zanussi - e, come lui, tutti coloro che operavano nel ramo automobilistico -, a causa dei provvedimenti adottati in un Paese in stato di guerra.: dal razionamento di carburanti e pneumatici, ai molti operai richiamati al servizio militare, dalla scarsità di parti di ricambio per autoveicoli, all’obbligo di prestare la propria opera per l’Autorità Militare qualora questa lo richiedesse; e poi, la requisizione di gran parte di automezzi pesanti per destinarli alle Forze Armate, i bombardamenti, i limiti, le restrizioni e così via. Per riuscire a far correre gli autoveicoli, ci si aggrappò a tutto (e anche Fioravante si dovette adattare):
Un esempio:
Non ci pensò due volte quando un suo cliente, agricoltore, gli chiese se poteva costruirgli un trattore per la sua campagna:
raccogliendo tutto ciò che riuscì a trovare, lo accontentò!
Qualsiasi cosa scarseggiava .
A causa della mancanza di benzina, l'officina Zanussi si prodigò per convertire molte vetture di clienti dall'utilizzo di “gasogeni“ (a carbonella), al “gas metano“ (in bombole)
In questo video si vede il funzionamento di
una vecchia vettura dotata di gasogeno
Le vetture venivano modificate e revisionate con il nuovo sistema (complesso) di alimentazione. L'applicazione dell'ingombrante gazogeno impegno Zanussi in ingeniose soluzioni e modifiche delle vettture. E' in corso di restauro una vettura in cui si vedono questi accorgimenti. Scheda vettura con gazogeno
1943• La seconda Guerra Mondiale
dopo l’8 settembre, Zanussi, d’accordo con i suoi collaboratori, decise di
sospendere, momentaneamente, l’attività non intendendo
collaborare con il nuovo regime instauratosi nel Paese, e quindi chiuse l’officina.
Venutane a conoscenza l’Autorità Militare germanica, con una non tanto velata minaccia di deportazione,
gli impose di richiamare al lavoro tutti i dipendenti (quelli reperibili) e riprendere il lavoro, al loro servizio e ordini, naturalmente.
Dopo il terribile bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944 ,
l'attività fu trasferita in un capannone di un paese limitrofo a Treviso, dove fu costretto rimanere fino alla fine delle ostilità.
Per Zanussi, però, la guerra non fu soltanto ciò che abbiamo fin qui riportato. Oltre alla generale situazione di difficoltà e ristrettezze,
si aggiunse anche un evento, ben più significativo sotto l’aspetto affettivo, che avrebbe portato grave preoccupazione nella sua famiglia.
Il figlio primogenito, Angelo, che da tempo affiancava il padre nell’officina paterna,
maturando una buona esperienza come meccanico, reclutato in forza all’Aeronautica Militare, venne quasi subito inviato al fronte del Nord Africa,
destinato ad un aeroporto militare situato nel profondo del deserto libico con il compito di motorista. Poco tempo dopo, rimase gravemente ferito.
L’ironia del destino volle che ciò accadesse proprio nel compiere quelle mansioni che a suo padre erano state negate nella Grande Guerra.
E a rendere più amaro l’accaduto, il fatto che a causarlo era stato un nostro aereo. Infatti, la flotta aerea con cui l’Italia era scesa in guerra era
da definirsi carente e in condizioni alquanto precarie: sicuramente non in grado ad essere impiegata in operazioni belliche. Per fare un esempio, molti
velivoli erano dotati ancora di eliche con pale di legno!
Constatata la gravità della ferita, Angelo fu trasportato d’urgenza in patria dove trascorse una lunga convalescenza: per tutta la vita avrebbe poi sofferto
per i postumi della ferita e, a guerra finita, gli fu riconosciuta l’invalidità permanente.
1940• il dopoguerra
La pace, finalmente ! E questa fu, per tutti, un risveglio, quasi un ritorno alla vita, in ogni suo aspetto.
Le case costruttrici di automobili partirono alla carica ricostruendo ciò che la guerra aveva distrutto e riprendendo a pieno ritmo la loro attività e, a ruota, anche
l’automobilismo sportivo e agonistico.
Anche Fioravante Zanussi, pur provato, fisicamente e moralmente dalle vicissitudini della guerra appena cessata, torna in scena, pronto a
riprendere il discorso dal punto in cui era stato interrotto nel giugno 1940.
i clienti:
Giovan battista Cavarzerani
Renzo Rugolo
Antonio Primo Fontebasso
Aniceto Carbonin
Alberto Comirato
Bianca Maria Piazza
Vanni Zuliani
Cesco Van Den Borre
Manlio e PierPaolo Poilucci
Sergio e luciano Mantovani
Dalla Zonca
Del Prà
Alfredo Brescazin
Brandolino Brandolini d'Adda
Guarnieri Marino
Dal Balcon
Porfiri
Prioglio
A lui si affidavano ormai molti appassionati di Treviso e dintorni, mentre la fama della sua abilità correva, oltrepassando anche i confini della regione.
D Milano giunsero i fratelli Mantovani e da Rovigo l'esperto Marino Guarnieri
E come non ricordare lo “ stuolo “ dei triestini, a cominciare, per dovere di cortesia, dalla Sig.ra Bianca Maria Piazza, senza scordarsi, dei cugini Poillucci Pierpaolo e Manlio
Chiediamo scusa, ma non siamo in grado di ricordarli tutti.
Dalla fine della guerra l’attività di Zanussi, nell’ambito sportivo, era rivolta soprattutto alle piccole e medie cilindrate,
e dai primi anni ’50, in particolar modo verso “le piccole “ (500 o 750) e della Categoria Turismo Normale
Ricordiamo infatti che la C.S.A.I. di quei tempi aveva dettato regole ferree per questa categoria: alle vetture,
al fine di potenziarne le prestazioni, non era possibile apportare modifiche di alcun genere se non quelle ammesse ed enunciate
nel Regolamento: non si poteva cambiare o modificare nulla, anche nel più minimo dei particolari. Le auto dovevano, insomma, essere
tali e quali erano uscite dalla casa costruttrice; era consentita una sola e accurata messa a punto.
Si dà il caso che per un certo periodo le vetture uscite dall’Officina Zanussi spesso si piazzassero ai primissimi posti della categoria Turismo Normale e, come da Regolamento,
venivano sottoposte alle opportune verifiche..
Verifiche assai scrupolose, venivano effettuate da apposite Commissioni composte da tecnici altamente qualificati. Ma mai, ripetiamo mai, nulla di irregolare
o non ammesso dal Regolamento C.S.A.I. venne rilevato a carico delle vetture esaminate, come attestano i rapporti dei Commissari. Lo stesso Ing. Speluzzi,
del Politecnico di Milano, a capo dell’équipe, ammise che Zanussi “ aveva svolto molto bene il suo lavoro “.
1947-1955• Preparatore e costruttore
Il periodo che va circa dal 1947 al 1955, fu molto intenso anche per la sua attività di costruttore. Zanussi ebbe l’opportunità e la
soddisfazione di realizzare progetti piuttosto impegnativi, accettando incarichi da terzi oppure, soltanto per soddisfare
la sua passione: Talento e tenacia gli permisero di raggiungere dei risultati degni di un tecnico di prim’ordine.
Una vera sfida l’incarico affidatogli da Aniceto Carbonin, appassionato di motori, proprietario del
garage-officina in via Tomaso da Modena,
che Zanussi gestiva da anni:la realizzazione del connubio tra la struttura di una vettura sportiva e il motore di una motocicletta tedesca,
Approfondimento vettura A.Carbonin
In quegli anni, realizzò anche altre vetture sportive, 500 o 750, tutte pressoché con le stesse caratteristiche - telaio FIAT 500 A, testa SIATA, etc. - e, carrozzate, quasi sempre dai
F.lli Vendrame, Su queste vetture , si cimentarono alcuni dei piloti prima ricordati - Cavarzerani, Van Den Borre, Fontebasso e altri partecipando a competizioni di velocità,gare in salitae alle mitiche
MILLE MIGLIA e COPPA d’ORO delle DOLOMITI, nelle loro edizioni originali.
Di alcune di queste vetture ci rimane attestazione nei documenti; altre tre, invece, sono conservate :si tratta di una 500 e di due 750, tuttora perfettamente funzionanti
e splendidamente conservate grazie alle cure dei loro attuali proprietari, veri appassionati ed estimatori di Zanussi,ai quali va la gratitudine degli eredi di Fioravante
Riepiloghiamo velocemente qui le 4 vetture costruite, e di ognuna si rimanda approfondimenti alle relative pagine in questo sito.
750 • Zanussi Fontebasso Sport
Scheda vetturaclasse 750, la vettura si trova in Italia, partecipa alle MilleMiglia e altre classiche
750 • Zanussi Sport
Scheda vetturaclasse 750, la vettura si trova in Olanda, partecipa alle MilleMiglia e altre classiche
750 • Zanussi Sport - Brescazin
Scheda vetturaclasse 750, dopo aver corso alcune gare del tempo, è andata probabilmente distrutta.
500 • Zanussi Sport
Scheda vetturaclasse 500, Ultimo proprietario , un Francese di parigi, Ha ripreso a correre in importanti gare internazionali
A quanto ci risulta, vengono continuamente e accuratamente messe a punto e partecipano a gare, anche importanti, riservate ad auto storiche come, ad esempio, la MILLE MIGLIA di regolarità.
• Zanussi BMW 2000
Siamo ancora agli inizi del 1947: Fioravante vuole realizzare una vettura sportiva da competizione e deve scegliere, come tutti i costruttori del tempo, se avvalersi del motore di una vettura di serie oppure se acquistare da una casa costruttrice un motore già bell’e pronto. Deciderà di lanciarsi in una sfida tecnicamente piuttosto impegnativa: realizzare un motore di media cilindrata per una vettura sportiva.
Partendo da un motore AlFA ROMEO a 6 cilindri, di 1750 cc di cilindrata e precisamente 1750 C con compressore, con ardita operazione che descriviamo in altra pagina ottenne un “suo“ motore bialbero di circa 1100 cc di cilindrata ... perfettamente funzionante!
Portato a termine il motore, fu, quindi, il turno del telaio su cui collocarlo.
e lo costruì.
A titolo informativo, questo telaio è l’unica realizzazione di Zanussi Fioravante di cui esistono alcuni disegni, ma solo e soltanto del
telaio nudo su ruote, e nient’altro.
Ne risultò alla fine, una vettura con carrozzeria in alluminio - naturalmente opera dei F.lli Vendrame di Mareno di Piave -
dello stile detto “siluro“ o ”a ruote libere“ dalla linea filante e pulita:
Ma “il tempo passa“, anzi, vola, e fanno già la loro comparsa sulla scena sportiva le prime “ barchette “.
Zanussi si impegna nella costruzione di una di queste (vedi sotto Zanussi 1100) su cui spostera il motore di questa vettura.
Scheda vettura
Naturalmente, la vettura su cui inizialmente era montato quel motore
(La Zanussi BMW 2000), rimase senza gruppo propulsore. Il problema fu
rapidamente risolto scovando e applicando, con le opportune modifiche,
un altro motore, e precisamente un BMW R75 a 6 cilindri e 2000 cc
di cilindrata;
La vettura da questo prese il nome e fece diverse gare .
1949• progetto della Zanussi 1100
Scheda vettura
Zanussi, e come non immaginarselo . . . , non volle certo rimanere indietro e pensò che il famoso motore di cui abbiamo sopra parlato, meritasse una nuova carrozzeria al passo coi tempi e un nuovo chassis .
Nasce quindi una “barchetta” con il motore Zanussi e un telaio totalmente nuovo.
Questa vettura è visibile oggi al Museo Nicolis, anche se nel tempo è stato sostituto, forse diverse volte, il motore originale Zanussi.
Come costruttore, con rammarico, si può che questo sia stato il suo “canto del cigno”, la sua ultima vera creazione, pur continuando a lavorare fino alla fine. • anni '50 Inesorabilmente l’età avanzava e i primi acciacchi si facevano sentire, ma “mettere a riposo“ Zanussi non era una cosa tanto semplice.
Pur essendo sempre impegnato nel suo lavoro, continuava imperterrito a partecipare a competizioni, in un primo tempo con vetture Sport, poi con vetture
Turismo Normale. La sua ultima gara fu la Corsa in salita Treponti – Teolo del 1952 a bordo dell'ormai inseparabile FIAT 500 C “grigia”, la stessa con la quale aveva
partecipato, in coppia con Manlio Poillucci, alla XIX MILLE MIGLIA del 1952.
Il 1951 è un anno ricco di partecipazioni di Fioravante a gare locali
E i risultati ? Per Zanussi Fioravante, allora come sempre, gli unici risultati che avevano valore erano quelli che ottenevano i suoi clienti, per lui,
l’importante, era aver ”corso” !
• 1957
Ad un certo punto, dovette rinunciare alla collaborazione del figlio maggiore,
il quale aveva deciso di rendersi indipendente, e questo – inutile dirlo - influì negativamente sul suo morale. Continuò ugualmente la sua attività,
potendo contare sull’aiuto del figlio minore, che, appena iscritto alla Facoltà d’Ingegneria presso il Politecnico di Milano, abbandonò gli studi per affiancarlo
nella conduzione dell’officina e aiutarlo nel lavoro.
E pensare che sull’unione dei due figli, egli aveva fatto tanti bei progetti… ma il destino volle non si realizzassero.
In questi anni i problemi di salute si aggravavano sempre più, obbligandolo spesso e per diversi giorni,
a non essere presente in officina, cosa che lo addolorava profondamente. Non appena le sue condizioni lo permettevano, ritornava sempre in officina, indossava il suo
camice blu e lavorava. Lavorava perché aveva sempre lavorato, spronato e sostenuto, soprattutto, da quella passione che non lo aveva mai abbandonato in tutta la sua vita,
e per la quale aveva fatto tanti sacrifici, sostenuto tante fatiche, e anche sofferto. In cambio ne ricavò soddisfazioni e riconoscimenti,
ma, spesso, in misura molto inferiore a quanto, effettivamente, si meritasse.
Tutto il mondo è paese !
• 1960
Si spense, nel sonno, alle prime ore del 24 luglio 1960, era domenica: aveva 66 anni.
Nel luglio 1960 compare sulla rivista bimestrale dell'Automobile Club Treviso questo necrologio che annuncia la morte di Fioravante Zanussi
Trascriviamo qui sotto, per una lettura semplificata, il contenuto dell'articolo:
Si è addormentato alla sera dopo aver sognato
di "preparare" ancora rabbiosi motori da competizione e non si è più svegliato.
Con Fioravante Zanussi si spegne una delle maggiori figure di quell'automobilismo sportivo trevigiano che per circa un decennio, un po' dovunque, aveva riportato importanti affermazioni agonistiche; in quel periodo la sua officina sempre affollata di vetture in preparazione per le corse, era anche il ritrovo dei più bei nomi dei piloti di quell'epoca da Comirato a Guarnieri, da Sergio e Luciano Mantovani a Dal Balcon, Porfiri, co. Dalla Zonca, Del Prà, Piazza ecc. ecc.
Tecnico di grande valore, Zanussi aveva tratto la sua esperienza dal lavoro svolto presso alcune fabbriche di automobili come l'Aquila Italiana, la Scat e la Fiat: dopo la prima guerra mondiale aprì in Treviso un'officina e subito si dedicò particolarmente alla preparazione di motori da corsa partecipando, egli stesso, quando il tempo glielo permetteva, a manifestazioni sportive.
Esercitava la sua professione con una passione che andava oltre ogni limite, riuscendo a volte a trarre da una accozzaglia di ferri vecchi degli autentici capolavori di meccanica, precorrendo soluzioni che erano messe in atto da altri molto tempo dopo.
Incontentabile di se stesso ed irrequieto, questa stessa smania di superamento pareva volesse infonderla ai motori che preparava con accorgimenti tecnici e con soluzioni veramente intelligenti, ed ai suoi collaboratori che, se riuscivano a resistere al ritmo di lavoro da lui voluto, uscivano dalla sua officina veramente preparati ed apprezzati.
Egli non riusciva a concepire la vita fuorchè come una serie successiva di gare che si dovevano affrontare "a tavoletta": chi si fermava doveva poi riprendere forzando i tempi... Così in fatti fu la sua vita che non ebbe un attimo di tranquillità, che conobbe alti e bassi, ma che egli affrontò sempre con un coraggio ed una baldanza veramente ammirevoli.
Burbero dal cuore d'oro, Zanussi se ne è andato per il grande viaggio, improvvisamente ed in punta di piedi, così, per non disturbare nessuno, ed ha portato con se molte delle ore più liete, dei nostri ricordi più cari vissuti con lui nel clima affascinante ed incandescente delle corse.
IN MEMORIA DEL NONNO
Fioravante Zanussi, un marchio scomparso
(Ricostruzione a cura di Ezio Zanussi)
• Zanussi Angelo
Quanti "trucchi del mestiere e capacità tecnica ha imparato Angelo Zanussi lavorando fianco a fianco con il padre Fioravante.
Oltre al lavoro quotidiano dell'officina ha ...
• Zanussi Norma
Norma Zanussi, prima di sposarsi e trasferirsi a San Donà di Piave, nel 1949, ha partecipato alla vita in officina collaborando in ufficio nelle tenute contabili; Può raccontare non il lato tecnico dell'attività , ma il lato umano del padre .
"...Ho letto che hanno definito Fioravante un -Burbero dal cuore d'oro-E' vero, però era buono!
leggi tutto
• Zanussi Ezio
Il sogno di Fioravante era di far Studiare il figlio Ezio , anche se questo voleva dire tenerlo lontano dalla
vita dell'officina, e riunire in un secondo tempo le competenze maturate dai due figli.
...
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